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Bedrich Smetana

 

Crescere in una famiglia dove il padre per passatempo suonava il violino e faceva quartetto in casa contribuì senza dubbio a sviluppare ancor più rapidamente le doti naturali di Bedrich Smetana, tanto più che in Boemia, dov'era nato (a Litomysl, il 2 marzo 1824), lo studio della musica era compreso perfino nella preparazione richiesta per avere il brevetto d'arti e mestieri. In questa provincia dell'Impero asburgico la cultura musicale era più elevata di quella viennese, tant'è che a Praga avevano trionfato opere di Mozart che Vienna aveva 'digerito' con fatica.
Fin da piccolo (sembra a quattro anni) Bedrich sapeva sostituire il padre nel quartetto; a sei anni era già in grado di esibirsi al pianoforte suonando l'ouverture della Muta di Portici di Auber per l'onomastico dell'imperatore Francesco I. Ma, per quanto suddita, la Boemia ardeva di aspirazioni nazionali; ne erano un aspetto esteriore e lieto le tradizioni del folclore, anche musicale, con la dumka, il furiant, la polka; ma veniva coltivata soprattutto la memoria storica. La nazione dei Cechi annoverava fasti di gloria e di potenza, lotte dentro e contro l'Impero, tra esse le conseguenze (non solo religiose ma anche politiche) dello scisma di Hus nel Quattrocento. Si formò così una coscienza nazionale sempre più profonda, fino alla sfortunata resistenza - nel Seicento - alla Montagna Bianca, quando le forze ecche vennero sconfitte dagli imperiali e la Boemia, già regno, venne declassata al rango di semplice provincia con obbligo di lingua (il tedesco) e di religione (la cattolica).
Era naturale che tutto questo si riaccendesse nel secolo del nazionalismo nascente, e non era meno naturale che in un giovane musicista, attento alle vampate romantiche, le novità dell'arte si unissero alle aspirazioni patriottiche.
Trasferitosi con la famiglia dapprima a Jindrichuv Hradec (in tedesco Neuhaus) nel sud del Paese, in una plaga ricca di leggende, fino al 1835 studiò con modesti maestri; dal 1836 al '39 nel collegio Némecky Brod, e dal 1839 finalmente a Praga; qui la sua preparazione si affinò, rimanendo però sempre germanica. In questa città Smetana ebbe come compagno di ginnasio Eduard Hanslick, il futuro grande critico, autore,del fortunatissimo libro di estetica Del bello musicale; intensificò lo studio del pianoforte; ascoltò suonare Liszt, Henselt e Thalberg e divenne un agguerrito esecutore delle loro difficili musiche pianistiche. Compose lui stesso per la tastiera, pur trovandosi (avrebbe dichiarato poi) "nelle tenebre della più completa ignoranza di ogni nozione musicale"; aveva allora solo quindici anni.
Nel 1843, contro le intenzioni del padre che desiderava studiasse legge, Smetana divenne allievo di Proksch; tre anni dopo conobbe Robert e Clara Schumann, Liszt e Berlioz in viaggio artistico, ospiti a Praga. Furono incontri decisivi: Liszt al pianoforte, Berlioz dirigendo la propria sinfonia drammatica Roméo et Juliette e la Symphonie fantastique impressero in lui linee d'azione fondamentali; di lì sarebbero nate le nutrite pagine pianistiche, purtroppo oggi non abbastanza note, di lì avrebbero preso forma i poemi sinfonici. Tutto questo gli fece apparire angusto l'incarico d'insegnante che nel frattempo aveva ottenuto in casa del conte Thun. Il 1848, anno di venti rivoluzionari in tutta Europa, trovò Smetana deciso ad avere una scuola sua, e la Boemia risoluta a insorgere. Grazie anche a Liszt, sempre generoso (non soltanto con Wagner) e a 400 fiorini avuti da lui, apri la sua scuola; Praga però rimase libera appena venti giomi e Smetana, che aveva composto una marcia per gli studenti insorti e una per la Guardia nazionale, appena due anni dopo dovette accettare l'incarico di maestro dell'ex imperatore Ferdinando I e comporre una Sinfonia trionfale per le nozze del successore Francesco Giuseppe.
L'unico lavoro importante di quegli anni è un Trio con pianoforte (del 1855), che piacque a Liszt. Un risveglio gli venne dalla Svezia: la direzione dell'Orchestra di Góteborg; dal 1856, per cinque anni, Smetana diede un impulso nuovo alla vita musicale della città, galvanizzando l'orchestra e facendo conoscere importanti lavori, tra cui l'oratorio Elias di Mendelssohn. Nel 1857 e nel '58 visitò Weimar, 'il regno musicale' di Liszt, e compose il primo poema sinfonico Riccardo III. Tornato a Praga nel 1861, vi trovò una situazione politica mutata: l'impero concedeva che si insegnasse la lingua nazionale ceca ed era nato un partito nazionale. Dopo il successo della sua prima opera, I brandeburghesi in Boemia, nel 1866 terminò il suo capolavoro operistico, La sposa venduta, che sarebbe ben presto diventato famoso nel mondo; seguirono Dalibor, Libussa e le opere comico-fantastiche Le due vedove, Il bacio, Il segreto e Il muro del diavolo. Nel 1874 si profilò, purtroppo, la progressiva, tragica perdita dell'udito; ma questo non rallentò la fervida creazione di nuovi lavori: il ciclo di sei poemi sinfonici intitolato Má vlast (La mia patria) costituito da: Vysehrad, ispirato a una leggenda boema, La Moldava, dedicato al grande fiume nazionale, celebre nel mondo, con il quale Smetana diffuse ovunque gli echi della musica nazionale boema, Sarka, evocante la furente regina delle Amazzoni, Dai prati e dai boschi di Boemia, Tábor, omaggio alla città di Hus, Blanik, la collina degli eroi hussiti.
Smetana non temette di affidare ai suoni il passato lieto e il futuro tragico della sua esistenza nel celebre quartetto per archi Dalla mia vita, dove si susseguono nei quattro tempi lo slancio giovanile, la danza popolare (polka), l'amore e la passione patriottica, interrotta da un trafiggente mi sopracuto, immagine della sordità avanzante e delle sconnessioni della mente che pure lo aggredivano.
Purtroppo il maestro, che era divenuto un simbolo della sua nazione, andava perdendo, dopo l'udito, anche la memoria e la facoltà intellettiva. Nel 1884 venne persuaso a farsi ricoverare in una casa di cura; la fine sopravvenne non molto dopo, il 12 maggio dello stesso anno.
I ritmi della polka e del furiant con la musica di Smetana parlavano ormai alle altre nazioni; lo svolgersi delle scuole nazionali, accanto a quella boema fondata da Srnetana - la russa, la polacca, l'ungherese, la spagnola, la nordica - andavano arricchendo e rinnovando i linguaggi musicali europei: il messaggio di Smetana era stato recepito.