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Edgar Broughton Band: fra Beefheart e anarchia

 

Demons at the Beeb (Hux Records - Inghilterra - 2000)
Edgar Broughton Band with bonus tracks (Repertoire - Germania - 1994)
In Side Out with bonus tracks (Repertoire - Germania - 1994)
Wasa Wasa (BGO - Inghilterra - 1992)
Sing Brother Sing (BGO - Inghilterra - 1992)
Edgar Broughton Band / In Side Out (BGO - Inghilterra - 1993)
Oora (BGO - Inghilterra - 1991)
La pubblicazione da parte della Hux Records di Demons at the Beeb, nastri live di eccellente qualità tratti da trasmissioni della BBC, ci fornisce l'occasione per riascoltare la produzione discografica della Edgar Broughton Band, un gruppo che ebbe un buon successo fra la fine degli anni sessanta e l'inizio dei settanta per poi scomparire senza troppi rimpianti alla prima sterzata decisa del mercato verso forme meno spontanee e dirette.
La band era formata da un nucleo centrale costituito dai fratelli Robert 'Edgar' e Steve Broughton, rispettivamente alla voce/chitarra e alla batteria. A loro si aggiunge il bassista Art Grant e, dal terzo album in poi, l'altro chitarrista Victor Unitt proveniente dai Pretty Things.
Fin dall'inizio della loro avventura, nel 1968, manifestarono apertamente il loro approccio anarcoide e rivoluzionario ai fatti della vita e della musica.
Tutti i Free Festival (cioè ad ingresso gratuito) poterono contare sulla loro appassionata partecipazione che avveniva ovviamente senza alcun compenso e vennero accettati molto bene dal pubblico dell'epoca che li vedeva come una band che proveniva dal popolo e che rappresentava la gente. Provenivano dalla provincia, dal Warwickshire e il loro arrivo nella sofisticata Londra causò certamente parecchio scalpore.
Furono fra l'altro uno dei gruppi che si esibirono nel celebre concerto gratuito di Hyde Park che servì per lanciare l'avventura brevissima dei Blind Faith. Nell'agosto del 1969 la Harvest, etichetta creata dal gruppo EMI per lanciare adeguatamente la musica progressiva, pubblicò Wasa Wasa, dopo che il noto DJ John Peel aveva già dato loro largo spazio alla radio nel suo celebre e ascoltato programma Top Gear.
A marzo del settanta uscì il singolo "Out Demons Out" il brano più celebre delle loro esibizioni live che stranamente non fu pubblicato in alcun LP dell'epoca ma che raggiunse una buona posizione nelle classifiche inglesi con grande soddisfazione della Harvest che per la prima volta vedeva un suo singolo entrare nelle charts.
Per fortuna nell'edizione della Repertoire di Edgar Broughton Band troviamo questo importante brano come bonus track. Una brano trascinante e orgiastico, registrato live con il fondamentale apporto del pubblico che canta a piena voce l'invocazione del titolo e sostiene adeguatamente l'acida chitarra psichedelica che domina la seconda parte del brano.
Un brano che aveva aspetti anche molto teatrali, del resto una caratteristica decisamente peculiare e molto importante nella visione artistica del gruppo.
Il secondo album fu Sing Brother Sing, pubblicato nel 1970 con buon successo. Un album ufficialmente dedicato alla 'cospirazione', con testi che toccano temi delicati e certamente inconsueti per l'epoca (con la doverosa eccezione dei Doors) come quello della masturbazione, nella movimentata e lunga "Psychopath" (e la cosa provocherà una sorta di messa al bando in Norvegia).
L'anno seguente il gruppo, che come si diceva era nel frattempo diventato un quartetto, fece uscire l'album omonimo, con la celebre copertina dello studio Hipgnosis che vede foto di mezzene squartate in mezzo alle quali si nasconde un uomo nudo appeso per i piedi ad un gancio da macellaio.
Un album molto sperimentale per i canoni dell'epoca, registrato nei celebri studi Abbey Road della EMI, con l'utilizzo irriverente di una grande orchestra di oltre trenta elementi che eseguiva arrangiamenti scritti da David Bedford e proponeva, nel brano "Thinking of You", un giovanissimo Mike Oldfield al mandolino.
Una irriverente sperimentazione che non portò grandi benefici, visto che i due album successivi, In Side Out e Oora, non riuscirono a scalare le classifiche di vendita, cosa che invece era riuscita piuttosto agevolmente ai primi tre album.
Perso il contratto con la EMI il gruppo cercò di riemergere nella seconda parte degli anni settanta ma non riuscì a riacciuffare il treno del successo che pareva avere agganciato con il secondo e terzo album.
Agli inizi il suono del gruppo ci ricorda una versione europea del gruppo di Captain Beefheart, soprattutto per la voce di Edgar Broughton, graffiante e sporca nel modo giusto. Per sottolineare questa contiguità con il Capitano il gruppo inglese pensò bene di incidere un bizzarro omaggio chiamato "Apache Drop Out" che mette assieme "Apache" degli Shadow e "Drop Out Boogie" di Captain Beefheart, come dire mettere assieme l'acqua col fuoco (anche questo brano, originariamente uscito solo su 45 giri, è inserito come bonus track nella riedizione della Repertoire del terzo album).
Altri riferimenti possono essere trovati con i gruppi psichedelici del periodo e anche coi primi Pink Floyd che fra l'altro erano gestiti dallo stesso management (Blackhill Enterprises). I musicisti della Edgar Broughton Band erano abituati a vivere in una sorta di comune in cui andavano e venivano persone, animali e cose e non si preoccupavano di essere belli, lindi e buoni come i Beatles o i Bee Gees, accettando di essere invece brutti, sporchi e cattivi come i Fugs, i Groundhogs, gli MC5 o le Mothers of Invention.
Non avevano ahimè la genialità e la creatività di Zappa o di Beefheart, ma sapevano certamente tenere molto bene la scena ed avevano il coraggio di scrivere testi piuttosto disincantati, dove si parlava di politica, di sesso, di temi legati alla vita quotidiana delle classi lavoratrici. Insomma una sorta di working class band in anticipo sui tempi.
Le esibizioni dal vivo per la BBC ce li mostrano anche buoni strumentisti, senza picchi particolari di virtuosismo, ma di sicuro in grado di creare una comunicazione quasi telepatica con il pubblico.
In questo caso le versioni di "And It's Not You" e di "Out Demons Out" sono molto lunghe e ben giocate con la band colta, nel maggio del 1972, nel punto più alto della loro parabola artistica, poco prima di precipitare nella indifferenza delle case discografiche e conseguentemente del pubblico.
Un gruppo che molto ingenuamente ma con grande decisione aveva avuto il coraggio di toccare argomenti e situazioni delle quali il rock prenderà pieno possesso solo in seguito, una sorta di anticipatori inconsapevoli, follemente protagonisti e per questo duramente emarginati.

 

Maurizio Comandini (da www.allaboutjazz.com/italy)