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Edvard Grieg

 

Compositore norvegese, nacque a Bergen nel 1843.
Avviato alla musica all'età di sei anni dalla madre, valente pianista, intraprese studi musicali regolari solo a quindici anni. Seguendo la consuetudine corrente nei Paesi scandinavi, si perfezionò al Conservatorio di Lipsia dal 1858 al 1862 con Reinecke, Wenzel e Moscheles. Nonostante ciò, non soltanto rimase estraneo agli influssi della cultura germanica, ma contribuì al vigoroso ingresso della musica norvegese nella scena della cultura europea fondando ad Oslo dapprima l'associazione Euterpe ed in seguito l'Accademia Musicale Norvegese.
Durante il lungo soggiorno nella capitale, interrotto solamente da un viaggio in Italia (1869), strinse amicizia con lo scrittore Björnson, al quale fu legato anche da una intensa collaborazione artistica. A partire dal 1872 e fino alla morte Grieg visse alternando brevi soggiorni in Norvegia a lunghi viaggi artistici in tutta Europa, durante i quali recensì per il "Bergenposten", tra l'altro, la prima esecuzione del Ring di Wagner a Bayreuth. In occasione di queste sue tournées (fu anche pianista e direttore d'orchestra), ebbe modo di incontrare Brahms, Busoni, Tchaikovsky, ma soprattutto Listz, che lo appoggiò e lo incoraggiò.
Nel 1898 fondò il Festival di Bergen, trasformato dopo la morte di Grieg in una ricorrente celebrazione del grande musicista.
Cagionevole di salute fin dal 1860 a causa di una pleurite, morì improvvisamente a Bergen nel 1907 mentre stava organizzando un ennesimo viaggio a Londra.
Spiritualmente vicino alla grande arte di Chopin, Grieg, per quanto l'avesse vagheggiato, non trovò in sé energie sufficienti a solennizzare il suo impegno morale e culturale con un'opera lirica. Sollecitato da illustri poeti e scrittori, ripiegò nella composizione di musiche di scena, anch'esse generalmente improntate al suo tipico, delicato ed elegiaco lirismo. Compose musiche per il Peer Gynt di Ibsen (1876) e quelle per il Sigurd Jorsaljar (1872) e per l'Olav Trygvason (1873-1889) di Björnson.
Affermatosi brillantemente anche nelle grandi forme classiche (una Sonata per pianoforte, tre Sonate per violino e pianoforte, due Quartetti, il celeberrimo Concerto per pianoforte e orchestra in la minore op. 16, risalente al 1868), Grieg lasciò l'impronta del suo genio soprattutto nelle brevi composizioni pianistiche e vocali.
Nei suoi 144 Lieder per canto e pianoforte, tutti, tranne venti, su testi di poeti scandinavi, l'attenzione per il canto popolare, non fu mai un pretesto di esteriorità etnica, ma l'occasione più alta per unire l'inedita schiettezza melodica ad un inedito gusto armonico.
Il gusto per questi piccoli quadri esprimenti esperienze intime risale a Schumann, da lui ammirato e studiato con il suo maestro di pianoforte. Se Grieg non raggiunse forse mai la profondità psicologica di Schumann, di certo queste composizioni non cadono mai nella banalità grazie alla costante imprevedibilità armonica, appresa da Wagner e Listz, arricchita inflessioni modali tipiche del linguaggio musicale nordico.
Delicatamente legati all'arte interpretativa della cantante Nina Hagerup, cugina e moglie di Grieg, questi Lieder, ingiustamente dimenticati, costituiscono un vivo e palpitante documento poetico, a torto ambientato in un clima salottiero di fine secolo.
Questa vena inconsueta non soltanto costituì la caratteristica inconfondibile dell'arte di Grieg, ma anche una componente non trascurabile nello sviluppo della musica moderna e che può rilevarsi nella stessa personalità di Claude Debussy.
In tal senso acquistano una luce particolare e una portata culturale forse non ancora valutata abbastanza, i 66 Pezzi lirici per pianoforte, le Danze norvegesi (per pianoforte o per orchestra), la Ballata op. 24 (anch'essa per pianoforte).