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Erik Satie

 

Compositore francese, nacque a Honfleur, Normandia nel 1866.
Iniziò gli studi musicali con l' organista della propria città; Trasferitosi a Parigi nel 1878 con il padre divenne allievo del Conservatorio dove frequentò i corsi di pianoforte e di armonia.
Poco avvezzo alla disciplina del Conservatorio e desideroso di viaggiare, nel 1885 lasciò gli studi per arruolarsi, ma, cagionevole di salute, due anni dopo dovette abbandonare anche l'esercito.
Divenne così "artiste" e si guadagnò da vivere suonando il pianoforte nei cabarets.
Nel 1888 compose tre pezzi per pianoforte intitolati "Gymnopédies"; prendendo spunto dai giochi sportivi dell' antica Grecia disputati da fanciulli nudi Satie utilizza questa nudità per rappresentare il suo rifiuto di schemi precostituiti, di un "vestito" quale potevano essere le convenzioni musicali.
In particolare Satie voleva opporsi al romanticismo ed al neowagnerismo dilaganti e restituire alla musica francese le sue caratteristiche nazionali, pur fra critiche e polemiche. Per rafforzare ulteriormente questa sua linea di pensiero scrisse nel 1903 i "Trois morceaux en forme de poire" (Tre pezzi a forma di pera) dove indicò cosa bisognava fare, o meglio cosa bisognava non fare, per fuggire da quelle costrizioni che impedivano la libera espressione della personalità.
Strinse amicizia con Debussy, che rimase molto influenzato, in particolare nelle sue prime composizioni per pianoforte, dalla scuola di Satie pur non riuscendo a tollerare sino in fondo la totale mancanza di riferimenti alle strutture formali tradizionali. Dopo aver conquistato le simpatie del pubblico giovanile con la pantomima "Jack in the box" del 1899 e con l' operetta per marionette "Geneviève de Brabant" riprese gli studi presso la Schola Cantorum dove studiò con Roussel e D'Indy, conseguendo nel 1908 un regolare diploma di contrappunto. Vicino alle nuove correnti culturali francesi (cubismo, dadaismo, surrealismo), si fece apprezzare quale pianista e compositore incline all'ironia e iniziatore di un nuovo gusto musicale, anche dal gruppo dei "Sei" (Les Six: Auric, Durey, Honegger, Milhaud, Poulenc, Tailleferre) che lo elesse suo "bon maître" nonostante non ne facesse parte.
In particolare la figura di Satie ha avuto una fortuna negli anni successivi alla guerra quando caddero i pregiudizi che si erano addensati intorno alla sua eclettica eccentricità tutt'altro che esteriore.
Satie infatti, nell'azione liberatrice della esperienza musicale dagli inganni della retorica, è da considerarsi un caposcuola. Di tale azione sono un simbolo il balletto Parade (1917, Parata), composto con la collaborazione di Cocteau e di Picasso, e le beffarde intitolazioni di certe sue musiche pianistiche, quali, "Pièces froides" (1897), "En habìt de cheva" (1911; In abito da cavallo), "Sonatine bureaucratique" (1917; osceno stravolgimento di una sonatina di Clementi).
Nel 1923, riunì intorno alla cosiddetta École d'Arcueil, giovani compositori delle nuove generazioni, fra i quali Roger Désormère e Henri Sauguet.
Morì a Parigi nel 1925.