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La pittura di Schoenberg

 

Per parecchi anni Schönberg si dedicò molto intensamente alla pittura e, in seguito, solo sporadicamente.
Realizzò complessivamente settanta dipinti ad olio e circa centosessanta acquerelli e disegni. La maggior parte dei quadri fu dipinta negli anni fra il 1906 e il 1912, in quel periodo decisivo in cui operò la sua rivoluzione musicale e scrisse "La mano felice".
A quell'epoca pensava addirittura di fare della ritrattistica la sua seconda professione. La prima mostra importante di Schönberg, comprendente oltre quaranta quadri, fu allestita nell'ottobre 1910 nella libreria-galleria di Hugo Heller. Il giudizio dei critici non fu più benevolo di quello manifestato per i suoi concerti. Kandinskij, alla fine del 1911, fu il secondo ad esporre i lavori del musicista; non esitò a presentarli nella prima mostra del Cavaliere Azzurro insieme alla opere di pittori professionisti come Franz Marc, Robert Delaunay, Henri Rousseau.
La pittura fu per Schönberg ben più di un passatempo, cui dedicarsi nelle pause dell'attività musical: il suo bisogno di esprimersi fu anche in questo campo impellente. In un'intervista concessa a Halsey Stevens (1950), Schönberg dice che avrebbe potuto pensare ad una carriera come pittore, che sarebbe stata analoga a quella di musicista.‹‹Che cosa significava e significa ancora per me la pittura? Era, in effetti, come comporre musica. Era un mezzo per esprimermi, per esporre sentimenti e idee […] come nella musica. Non sono mai stato abile nel manifestare a parole i miei sentimenti e le mie emozioni.[…] Come pittore sono stato veramente un dilettante…Per la musica fu diverso.[…] Ho avuto sempre la possibilità di studiare in modo abbastanza professionale […] le opere dei maestri, cosicché le mie capacità tecniche si sono sviluppate normalmente. E' questa la differenza fra la mia pittura e la mia musica››.
Schönberg respinse l'accusa di aver subito in pittura numerosi influssi. Accenna al contatto con Kandinskij e al fatto che gran parte dei suoi quadri erano già ultimati nel 1911. Il pittore, invece, che affermò di aver imparato da Schönberg era Richard Gerstl: con il suo uso disinvolto dei mezzi tecnici, il musicista probabilmente sostenne e influenzò Gerstl nella ricerca di una propria autonomia. La peculiarità dei quadri di Schönberg consiste nell'aspetto fortemente visionario che suggerisce piuttosto la riproduzione di una visione statica, che non immagini tratte dalla realtà. Schönberg stesso definisce elemento caratterizzante dei suoi quadri gli "sguardi". In molti suoi quadri troviamo occhi penetranti, che guardano di solito diritto verso l'osservatore, con una forza espressiva e una capacità di coinvolgimento quali raramente si trovano in tutta la storia dell'arte.
Schönberg non si sbagliava quando stimava le "Visioni" superiori a quegli "esercizi per le dita" che copiano la natura. Verso la metà del 1910 scriveva a Carl Moll di provare quel sentimento di soddisfazione, a lui ben noto grazie alla sua musica, che dimostra inequivocabilmente il valore positivo di una creazione, non in presenza della opere naturalistiche, bensì unicamente di fronte alle "fantasie e alle visioni". I temi scelti da Schönberg erano estranei a Kandinskij, per il quale il dato soggettivo non assume mai l'importanza del dato cosmico; tuttavia, nei lavori visionari e astratti del compositore austriaco, Kandinskij deve aver riconosciuto una certa affinità coi propri intenti. La produzione di Schönberg è costituita per metà da autoritratti e ritratti, mentre l'opera ben più vasta di Kandinskij, comprende un unico ritratto convenzionale, pochi dipinti a carattere ritrattistica e nessun autoritratto.
Anche l'itinerario evolutivo che conduce Schönberg agli "Sguardi" e alle Visioni percorre una strada opposta a quella di Kandinskij.
Sotto questo profilo l'opera pittorica di Schönberg si avvicina di più a quella dei pittori della Brücke, le cui espressioni avevano un carattere più soggettivo.
‹‹Come pensatore, Arnold Schönberg cerca di recuperare finalmente alla pittura quella condizione di primitività psichica, quella forma preistorica di vita anteriore, senza la quale la sua attuale esistenza non sembrerebbe realmente legittimata, e soltanto lui poteva creare pazientemente queste forme, del tutto irrilevanti per il fruitore, in quanto quest'ultimo appare già protetto, quasi immunizzato, da un'arte progredita e compresa, ossia dalla sua musica››.

 

Federica Vettori