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La strana religiosità di Mozart

 

«La chiesa come edificio era per lui, più che un luogo di culto, luogo dove si trovava un organo». Così Hildesheimer riassume drasticamente il rapporto di Mozart con la sfera ufficiale della religiosità. Qualsiasi tentativo di mettere in relazione la produzione sacra mozartiana, fino al Requiem escluso, con il contesto del "sacro" indurrebbe i più assennati a una sospensione del giudizio. È però indubitabile che per Mozart, credente non osservante, anche la musica sacra pre-Requiem costituisca l'ennesima occasione per esercitare la sua energia creativa, ed esercitarla in un campo in cui i vincoli delle convenzioni e le scadenze del calendario si facevano pericolosamente restrittivi. Se la maggior parte delle sue "opere sacre minori" risale al periodo salisburghese – e quindi a prima del trasferimento a Vienna del 1781 – è all'interazione con quell'ambiente musicale che bisogna riandare per scoprire un qualche brodo di coltura per il Mozart sacro. A Salisburgo, città natale di Mozart nonché maggiore sede episcopale austriaca, fin dal Cinquecento la musica liturgica vantava una tradizione illustre, rielaborata in seguito da autori come Biber, Leopold Mozart e Michael Haydn. All'epoca di Wolfgang Amadé, il musicista che si fosse trovato a comporre un lavoro destinato all'uso liturgico poteva imboccare due strade distinte: la prima era il riferimento a quello che era considerato lo "stile moderno", che faceva capo alla scuola napoletana e che accoglieva copiosamente gli influssi della produzione musicale teatrale; l'altra era quella dello "stile antico" o severo della tradizione, compendiato e "distillato" da Johann Joseph Fux (1660-1741) nei Gradus ad Parnassum (1725 e 1742), un trattato didattico di enorme fortuna. Alla tendenza moderna, l'imperatore Giuseppe II e il principe-arcivescovo Colloredo si opposero fermamente proprio quando Mozart abbandonava Salisburgo: eppure egli seppe ridare vita anche alle venerande procedure "antiche", come il magnifico Ave Verum testimonia.

 

Luca Conti (da www.sistemamusica.it)