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Luciano Chailly

 

Luciano Chailly (Ferrara 1920 – Milano 2002) è stato compositore, organizzatore, didatta, critico musicale e saggista.
Nell'ambiente musicale si è mosso con pacatezza, praticando il rispetto per le opinioni altrui. Cosicché in Rai, piuttosto che all'Arena di Verona, al Regio di Torino, all'Opera di Genova o alla Scala (dove ha lavorato in anni di grandi cambiamenti, nel 1968-71 e poi ancora nel 1977-1983), si è dimostrato direttore artistico aperto, capace di programmare con uguale passione Webern e Stravinskij, Dallapiccola e Nono.
Come didatta, dapprima al "Morlacchi" di Perugia e poi al "Verdi" di Milano, gli allievi lo ricordano per aver dato loro quanto un aspirante compositore esige dal maestro, ossia un artigianato solidissimo: lo stesso che lui aveva sedimentato a Ferrara, Bologna, Milano e Salisburgo, luoghi di un apprendistato completo e felice che lo portò a conseguire la laurea in lettere, il diploma in violino e composizione, sotto la guida di Renzo Bossi, e la specializzazione con Paul Hindemith. Benché si possa ritenere il contrario, seppe divulgare lo stile non solo dei grandi maestri del passato ma anche dei migliori colleghi del presente, come testimonia il suo manuale di composizione À la manière de…
Equilibrio ed estraneità alle polemiche più sterili e violente hanno altresì caratterizzato i suoi interventi critici,. Nella produzione saggistica si trovano spunti di grande interesse sul tema dei rapporti tra musica e letteratura.
Come compositore è stato un assimilatore. Gli storici della musica ne hanno finora parlato come di un esponente del Neoclassicismo hindemithiano, ma tale "etichetta" rappresenta solo una fase della lunga carriera del musicista, se è vero che in seguito egli ha scritto pagine politonali, atonali e persino seriali, in modo tale da declinare le varie voci della modernità non in manifesti esibiti ma in un "sentire" del tutto privato, contraddistinto dall'amore calligrafico per l'equilibrio della forma, per la proporzione, per una comunicazione garbata e signorile.
Ha lasciato un catalogo decisamente vasto. Della produzione strumentale si ricordano soprattutto le Sonate tritematiche, una singolare fusione di contrappunto mitteleuropeo e pathos latino esperita nel quadro di una ricerca formale – l'estensione della gloriosa forma-sonata – che nacque già vecchia ma ha conservato un certo sapore originale e retrò. Da ricordare, altresì, scorrendo il versante sacro o comunque religioso di tale catalogo, il Kinder-Requiem, pagina strutturalmente complessa ma capace di comunicare un'espressività profondamente umana, in chiave quasi mahleriana.
Ma certo il settore più ricco e interessante del catalogo di Chailly resta quello teatrale: 13 titoli, ispirati non solo a Buzzati, ma anche a Cechov, Dostoevskij, Pirandello, Ionesco.

 

Da www.milanomusica.org