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Pëtr Ilic Tchaikovskij

 

Musicista russo, nacque a Votkinsk, Urali nel 1840.
Figlio di Ilia Petrovic, ingegnere minerario, e di Alessandra Andrejevna Assiev, nobile di origini francesi, manifestò presto i segni del suo ingegno precoce, ricevendo le prime lezioni di pianoforte a sette anni. Nel 1850 si trasferì con la famiglia a Pietroburgo, dove, per volontà del padre venne avviato alla magistratura.
La morte della madre, avvenuta per colera ne1 1854, influì non poco sul temperamento di Tchajkovskij il quale, compiuti gli studi di diritto, fu assunto presso il Ministero degli Interni. Nel 1861, in occasione di un viaggio all'estero, incominciò a studiare i primi elementi di armonia e contrappunto.
Ritornato nel 1862 a Pietroburgo, rifiutando vantaggi di carriera, si iscrisse al Conservatorio appena inaugurato e diretto dal suo fondatore Anton Rubinstein, con cui studiò orhcestrazione. L'anno seguente, Tchajkovskij si dimise dal Ministero, dedicandosi completamente agli studi musicali, condotti a termine nel 1866. Nello stesso anno si recò a Mosca, dove ottenne la cattedra di composizione presso il Conservatorio fondato e diretto da Nicolaj Rubinstein, fratello di Anton. Nel 1867 completò la partitura della Sinfonia n.1 che, eseguita parzialmente, fu accolta da un semplice successo di stima. Per di più i rappresentanti del cosiddetto "Gruppo dei Cinque" manifestarono ben presto una decisa ostilità nei riguardi del giovane compositore, accresciuta anche dalla sua amicizia con i fratelli Rubinstein sostenitori di una musica cosmopolita e tradizionalista in opposizione al manifesto nazionalista propugnato dai "Cinque". Il malinteso fu superato per merito di Rimski-Korsakov, ma rimase sempre tra il "Gruppo" e Tchajkovskij una profonda e reciproca incomprensione.
Nel 1872 compose la Sinfonia n. 2 e due anni più tardi il primo Concerto per pianoforte e orchestra che gli procurò per un certo tempo l'inimicizia dello stesso Nicolaj Rubinstein, il quale aveva trovato il lavoro di Tchajkovskij ineseguibile. Quest'ultimo incidente accentuò la sua singolare posizione di incompreso in patria e apprezzato all'estero dove si recò spesso. Tale situazione rafforzò anche quella originale autonomia riscontrabile nella musica di Tchajkovskij tra tendenza tradizionalista e nazionalista che sembrano fondersi nell'opera del musicista russo.
Di ciò, d'altra parte, fu sempre fieramente consapevole, fino al punto di rispondere a chi gli domandava a quale scuola appartenesse: "Io sono Tchajkovskij!".
Dal giugno all'agosto 1875 compose la Sinfonia n.3 e nello stesso anno l'ultimo e il più bello dei suoi tre Quartetti e le musiche per il balletto Il lago dei cigni, diventate poi popolarissime, ma accolte dal pubblico e dalla critica senza alcun entusiasmo.
Nel 1876 viaggiò in tutta Europa anche in qualità di critico musicale, accostandosi a Liszt, Bizet e Massenet, ma non a Wagner, come avrebbe voluto. Tornato in Russia nel 1877 conobbe la ricchissima vedova Nadjeshda von Meck Frolovsky, che agevolò con mecenatesca amicizia gli anni della maturità di Tchajkovskij, il quale improntò poi alla devozione per tale donna la sua vicenda umana ed artistica. Ad essa dedicò la Sinfonia n.4, e della presenza della von Meck fu vivificata tutta l'altra sua produzione; la sua opera lirica più importante, l' Eugenio Oneghin, il Concerto per violino e orchestra, La dama di picche, Giovanna d'Arco, la Sinfonia n.5, il Capriccio italiano, composto, in Italia dove potè soggiornare lungamente, grazie alla pensione annua di seimila rubli assegnatagli dalla sua ammiratrice.Sempre nel 1877, per tacitare insistenti diceria sulla propria anormalità sposò la giovane Antonina Ivanovna Miljukova, sua allieva al Conservatorio. L'esperienza disastrosa di queste nozze, troncate dopo tre mesi, turbò molto sia il carattere di Tchajkovskij, procurandogli una grave depressione nervosa, che la psiche della moglie, sopravvissutagli fino al 1917 in un ospizio per alienati.Altrettanto bruscamente, la ricca vedova von Meck tolse al musicista il beneficio della pensione, nel 1890, quando la fama di Tchajkovskij che ella aveva cercato di mantenere esclusivamente legato alla sua amicizia, varcò i confini dell'Europa.
E' di quell'anno una trionfale tournée negli Stati d'America, dove inaugurò la Carnegie Hall.
Nel 1893 ricevette con Boito, Grieg, Bruch e Saint-Saëns il dottorato honoris causa a Cambridge.
Ritornò in patria stanco e sfinito, con un cupo presentimento di morte, espresso poi nell'ultima sua Sinfonia (la sesta detta Patetica), alla quale egli si era dedicato con l'animo di comporre una sinfonia esemplare.
L'eccessiva popolarità di questa Sinfonia (che, diretta dall'autore sette giorni prima della morte il 28 gennaio 1893, aveva lasciato perplessi pubblico e critica) ha in seguito nociuto ad una più serena valutazione dell'arte di Tchajkovskij che in essa sembrò racchiudere gli aspetti più veri della sua tormentata ed esasperata sensibilità, affiorante anche dalle musiche per il balletto Lo schiaccianoci, composto nel 1892.
Ripetendo il destino materno, anche per quanto riguarda un venir meno della volontà di vivere, Tchajkovskij si ammalò e morì, forse suicida, durante un' epidemia di colera. Vissuto ai confini della normalità, sempre complessato, di sensibilità esasperata ed attanagliato dal suo pessimismo fatalistico, Tchajkovskij era un vero artista, tanto più accattivante quanto più incerto, capace di assimilare e decantare l'ispirazione troppo regionale della sua patria verso un'espressione europea se non universale.
La sua musica, passata attraverso alterne vicende, mantiene inalterato un suo fascino sempre più pungente, a mano a mano che anche la critica, sgombrato il campo da pregiudizi, ha saputo cogliere, pur tra l'enfasi e la retorica di certi atteggiamenti esteriori, l'autonomia di Tchajkovskij, la schiettezza e l'onestà del suo tardivo, i suoi valori inediti e pregnanti, non ignorati peraltro dalle nuove generazioni di musicisti, compresi Debussy e Stravinskij che gli hanno dedicato non pochi omaggi musicali, celebrandolo infine come il più russo di tutti i musicisti russi.