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Sting

 

Nato a Newcastle, città inglese nota per i cantieri navali e per le antiche mura romane, questo ex insegnante, allenatore di calcio e operaio di lavori stradali, ha fatto della sua arte una ricerca perpetua. Sono i Police a permettergli di affermarsi in tutto il mondo come compositore, autore e cantante: con "Outlandos d'amour", "Regatta De Blanc", "Zenyatta Mondatta", "Ghost in the Machine", "Synchronicity" e una serie di raccolte e album dal vivo, il trio capeggiato da Sting si pone all'avanguardia della musica contemporanea negli anni a cavallo tra gli anni '70 e '80.
Proseguendo poi da solista, proprio quando i Police sono all'apice della loro carriera, Sting non ha mai smesso di correre azzardi. "The dream of the blue turtles", "Bring on the night", "Nothing like the sun", "The soul cages", "Ten summoner's tales", "Mercury falling" e "Brand new day" costituiscono una straordinaria sintesi di espressione personale e comunicazione universale.
Spesso nelle cronache per il suo impegno nel campo dei diritti umani, Sting considera il suo attivismo una naturale conseguenza del fatto di essere un cittadino del pianeta Terra. È tuttora impegnato a sostenere le cause dell'ambientalismo (con la moglie Trudie Styler ha fondato la Rainforest Foundation), di Amnesty International e dei diritti umani in ogni ambito. A suo avviso la sfera personale e quella politica sono tutt'uno; l'arte e l'azione diventano inestricabili. Infine, da buon comunicatore totale, oltre ai suoni Sting esplora le immagini; ha avuto ruoli in diversi film, tra cui "Quadrophenia", "Stormy Monday", "Dunes" e "Lock, stock and two smocking barrels" (diretto da Guy Ritchie, marito di Madonna), comparendo anche a Broadway in "Opera da tre soldi". A proposito della sua inesauribile energia, Sting ha sagacemente commentato: "Nessuno è ancora mai riuscito a impormi un limite. Ci hanno provato, ma sono sempre stato capace di divincolarmi ed evitarlo, e continuo a farlo".
Eppure lungo tutto il suo percorso di ricerca una stella polare è sempre rimasta fissa: la musica. Recentemente ammesso di diritto alla National Academy of Popular Music's Songwriter Hall of Fame, Sting viene sempre più identificato con un approccio alla musica che non conosce frontiere, limiti o distinzioni di genere. Orgoglioso di poter annoverare tra i suoi collaboratori nomi del calibro di Branford Marsalis, Stevie Wonder e James Taylor, oltre a Miles Davis, l'arrangiatore Gil Evans e il cantante algerino Cheb Mami, Sting è riuscito a dare corpo a un mondo musicale che, al pari del suo autore e creatore, resiste a ogni semplicistica definizione.
Nel 1999 pubblica "Brand new day", che si aggiudica tre dischi di platino negli Stati Uniti e due grammy (come miglior album pop e miglior interpretazione vocale pop maschile), e si avvicina alle 7 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Il successo dell'album lo porta a esibirsi al leggendario Superbowl, l'appuntamento immancabile degli Americani con la partita per eccellenza del football, e gli viene dedicata una stella nella celebre Walk of Fame a Hollywood. Come se non bastasse, viene nominato agli oscar per la miglior canzone originale grazie a "My funny friend and me", tratta da "Le follie dell'imperatore", il film Disney che ha sbancato al botteghino. Nell'estate 2001 approda in Europa per un tour che riscuote grande successo. L'11 settembre 2001, il giorno dei tragici eventi terroristici che colpiscono gli Stati Uniti, Sting è nella sua casa nel Chianti toscano per una performance live davanti a una fitta schiera di addetti ai lavori e amici intimi, da cui scaturisce l'album live "All this time", pubblicato nel novembre dello stesso anno.
Dopo quattro anni dall'ultimo lavoro in studio, Sting torna con "Sacred love", un disco studiato fin nei dettagli del packaging per risultare diverso dalla sua precedente produzione e per lasciare una traccia indelebile nella sua discografia. In questo nuovo lavoro, anticipato dal singolo "Send your love", Sting si riavvicina alle atmosfere R&B, dopo la performance con Mary J. Blige per "If you love somebody set them free" in occasione dei VH1 Awards, i premi della musica assegnati dalla TV americana VH1. "Whenever I say your name" è il frutto della collaborazione con la regina dell'R&B a distanza di due anni da quell'evento.
Insomma, superata la soglia dei 50 anni e con ben sei album solisti alle spalle, Sting esce nuovamente allo scoperto per una nuova virata della sua carriera.