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Zappa chitarrista

 

L'attività di Zappa in qualità di chitarrista viene spesso trascurata, sottovalutata o comunque messa in secondo piano dalla sua attività di compositore (o di organizzatore di materiali musicali). In realtà, Zappa è stato uno dei chitarristi più originali e creativi di tutta la scena rock, come ha dimostrato in numerose occasioni fino dai primissimi anni, nonostante egli stesso tendesse a non considerarsi un virtuoso, sostenendo di essere in grado di esprimersi con la chitarra in assolo, ma di non saper suonare le parti scritte, tanto che per questo ruolo c'erano sempre altri chitarristi appositamente scritturati. Va notato - poi - che Zappa imbracciava la chitarra solo in occasione dei tour, essendo troppo impegnato a comporre musica, montare nastri o curare la pubblicazione dei suoi dischi per riservare tempo anche allo studio e alla pratica strumentale.
In effetti, quasi tutte le testimonianze dell'arte chitarristica di Zappa ci vengono da registrazioni live, anche se non sempre evidenti vista la pratica ricorrente del musicista di sovrapporre gli assoli dal vivo a basi registrate in studio. Quello che colpisce maggiormente, comunque, è la varietà dei risultati ottenuti anche a partire dagli stessi brani (ma non dimentichiamo che Zappa ha sempre avuto una vastissima base di registrazioni a cui attingere, tra le quali selezionare gli esempi migliori). La sua tecnica improvvisativa consiste principalmente nell'applicare variazioni ritmico - melodiche spesso complicate su una base armonica semplice, generalmente costituita da uno o due accordi soltanto, mantenendo sempre viva l'attenzione attraverso il continuo contrasto ed evitando il ricorso a scale, licks o altri facili trucchetti. Rari sono invece i brani scritti direttamente per la chitarra, anche questi generalmente basati su strutture ritmico-armoniche più semplici di quelle impiegate nelle sue composizioni strumentali; frequente comunque anche in questi casi il ricorso a tempi dispari come i 9/4 (suddivisi in 4+5) di "Watermelon in Easter Hay", gli 11/8 di "Outside Now" o i 5/4 di "Filthy Habits", mentre una delle sue composizioni per chitarra più famose e riuscite, "Black Napkins", è in 3/4.
Dovendo individuare dei chitarristi di riferimento, le influenze più importanti per Zappa furono sicuramente i chitarristi di rhythm & blues (tra cui Johnny "Guitar" Watson e Guitar Slim). Poche (o nulle) le ascendenze dal mondo del jazz, forse giudicato troppo rigidamente accademico. Alla fine degli anni '60 la scena è dominata dal confronto tra Eric Clapton e Jimi Hendrix e i loro rispettivi seguaci, ma Zappa già sfugge a queste classificazioni, mostrando tutta la sua originalità in uno stile che non ha eguali. Curiosamente, le loro strade si sono incrociate in alcune occasioni; Clapton ha preso parte alle sessioni di Lumpy Gravy e We're Only In It For The Money (ma solo fornendo la voce), e Zappa ricevette in dono la chitarra a cui Hendrix aveva dato fuoco durante il concerto del Miami Pop Festival (Zappa la rimise in sesto e la utilizzò per l'album Zoot Allures, prima di darla al figlio Dweezil). Entrambi i chitarristi furono inoltre ospiti sul palco dei Mothers of Invention.
Il primo brano completamente chitarristico compare nel 1967 su Absolutely Free, "Invocation and Ritual Dance of the Young Pumpkin", ed è già emblematico del suo particolare approccio. Sopra una ritmica costante e ripetitiva, il chitarrista si scatena per quasi sette minuti. La chitarra ha un ruolo importante anche nelle complesse strutture orchestrali di Uncle Meat, ottenute attraverso le numerose sovraincisioni. Da notare l'uso massiccio dello strumento acustico, sia come accompagnamento alle canzoni che come base per alcune composizioni strumentali ("Dog Breath Variations", "Project X"). Menzione speciale poi per "Nine Types of Industrial Pollution", un assolo di chitarra completamente svincolato da un tempo predefinito, liberamente fluttuante sopra un tappeto di percussioni. In questo disco compaiono anche due temi che saranno tra i più utilizzati dal vivo come base per improvvisazioni da tutti i gruppi di Zappa: "King Kong" e "A Pound For A Brown On The Bus".
Il primo vero disco completamente dedicato alla chitarra arriva con Hot Rats, dove la chitarra ha un ruolo dominante nelle lunghe jam strumentali di "Willie the Pimp", "Son of Mr. Green Genes" e "The Gumbo Variations". Il disco ha fatto parlare di jazz-rock, ma Zappa prende le sue distanze da entrambi i generi, pur utilizzandone alcuni elementi. Tutti i dischi del periodo contengono comunque diversi esempi del suo stile improvvisativo, che testimoniano un uso frequente del pedale wah-wah di cui fu uno dei precursori ("Theme from Burnt Weeny Sandwich", "Transylvania Boogie", "Chunga's Revenge"). Anche quando passerà a un repertorio prevalentemente di canzoni non rinuncerà a inserirvi i suoi assoli, mantenendoli però quasi sempre indipendenti dai brani che li ospitano, come fossero dotati di vita propria. Questo fatto ha reso possibile la compilazione dei due monumenti all'arte chitarristica zappiana, Shut Up 'N Play Your Guitar e Guitar, entrambi costituiti da assoli estratti dalle sue esibizioni in concerto, con pochissime eccezioni registrate in uno studio. Il primo in particolare presenta quanto di meglio Zappa abbia espresso sul suo strumento, fornendo numerosi esempi della sua fantasia creativa, e della varietà di timbri ed effetti che era in grado di utilizzare attingendo a un vocabolario tecnico-strumentale di tutto rispetto. La sua chitarra sa essere morbida e aggressiva, graffiante e delicata, grintosa e suadente, capace di alternare toni da ballad a pesanti distorsioni, ma sempre rivelando la personalità unica del musicista che la impugna.
Altrettanto riuscita anche la seconda raccolta, Guitar, pure se i 32 brani contenuti in confronto ai 20 della prima inducono un senso di sazietà eccessiva all'ascolto ininterrotto; meglio allora godersi queste gemme un po' alla volta, a piccole dosi, assaporandone la prelibatezza dei numerosi momenti felici. Zappa aveva poi assemblato il materiale per un terzo disco di assoli di chitarra, Trance-Fusion, rimasto però ancora inedito. Invece, il figlio Dweezil ha curato un disco tributo, FZ Plays FZ, contenente tre tra le composizioni chitarristiche più famose del padre nelle versioni originariamente pubblicate confrontate con versioni alternative inedite tratte da esibizioni live, con in aggiunta un blues chitarristico eseguito come bis a un concerto del 1974 a Parigi.
Tra i dischi dove la chitarra ha un ruolo predominante, ricordiamo anche Sleep Dirt, che contiene, oltre alla citata "Filthy Habits" (composizione per più chitarre sovraincise) anche una lunga jam strumentale, "The Ocean Is the Ultimate Solution", e il delizioso duetto di chitarre acustiche che dà il titolo al disco in compagnia del suo bassista di allora, James Youmans, una rarità nella discografia zappiana; Joe's Garage presenta diversi ottimi assoli, come pure Them or Us (quest'ultimo orientato sul versante più heavy). I dischi registrati durante il tour del 1988 sono pure ricchi di ottime esibizioni chitarristiche, le ultime registrate da Zappa prima di mettere definitivamente da parte la chitarra (con l'unica eccezione documentata nel disco postumo Everything Is Healing Nicely: il brano "Strat Vindaloo" è un duetto col violinista Shankar, pretesto per mostrare le tecniche dell'improvvisazione strumentale ai membri dell'Ensemble Modern).
Infine, un cenno per i chitarristi che si sono alternati al suo fianco; tra di essi i più noti sono sicuramente Adrian Belew e Steve Vai, entrambi scoperti da Zappa e successivamente diventati esponenti di primo piano dello strumento. Vanno ricordati inoltre Ike Willis e Mike Keneally, presenti insieme nel tour del 1988, e tra i più attivi oggi nel tener vivo il ricordo del maestro attraverso i numerosi tributi dedicatigli, più o meno esplicitamente, mentre le cronache zappiane riportano di ottime esibizioni live di due chitarristi impegnati prevalentemente alla slide, Tony Duran (al tempo di Waka/Jawaka e Grand Wazoo) e Denny Walley (tra il 1975 e il 1978).

 

Mario Calvitti (da www.allaboutjazz.com/italy)